Gaston Piger Il lavoro è morto Ma siamo ancora schiavi ISBN 9791281228139 Le Erbacce, 75
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PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA - Cosa puoi pretendere da una società che ha maledetto la fannulloneria sostituendola con i surrogati, di stampo industriale, di svago, divertimento e tempo libero? Il lavoro è morto. Morto come Dio. E quando il folle di Nietzsche proclamò la morte di Dio nessuno volle crederci, prendendolo per scemo, appunto. Ma Dio o, meglio, l’idea di Dio come legittimazione dell’ordine sociale era comunque già morta da un pezzo. Così come lo è il lavoro come legittimazione dell’esistenza, anche se lo rimane del capitalismo, del neoliberismo, della diseguaglianza. Di lavoro, è evidente, non ce n’è più bisogno. Altrimenti perché aumenterebbe il numero di disoccupati e di inattivi? Perché trovare un lavoro, anche di merda, è diventata un’impresa? Tutto il tempo sprecato per lavorare è ridicolmente sproporzionato rispetto a quello che servirebbe realmente alla società per sostenersi, e poi, a dirla tutta, il nostro stato di avanzamento tecnologico sarebbe tranquillamente in grado di dispensare gli esseri umani dalla maggior parte del lavoro che svolge. E allora perché siamo ancora schiavi? Già, perché?