Ortica Editrice

novitá

Josiah Warren

La vera civiltà

Commercio equo

La Sovranità su se stessi è una forma per esprimere la nostra naturale inclinazione a fare come ci pare. È una propensione universale, una legge Naturale, Primitiva, Divina. La nostra impresa non è basata su invenzioni umane, bensì su Leggi Naturali, che sono tanto antiche quanto la creazione; e tuttavia così nuove per la maggior parte delle persone che l’intera materia appare loro inizialmente come un sogno. Libertà è la sovranità dell’individuo. L’uomo non conoscerà mai la libertà fino a che ogni individuo non sarà riconosciuto come il solo legittimo sovrano della sua persona, del suo tempo e della sua proprietà.

Charles-Louis Philippe

Charles Blanchard

Durante quei pomeriggi così lunghi nel corso dei quali non accade nulla, per dimostrare a noi stessi che non siamo morti, cerchiamo in fondo alla nostra anima ciò che può accadere. Non siamo morti. Ci sembra anche che stiamo per entrare in comunione con la nostra vita in pienezza. La nostra anima si è saldata al nostro cuore: la troviamo, la sentiamo, è davvero in noi, non siamo soli. La circondiamo allora con tutte le nostre emozioni perché non ci lasci, siamo estremamente dolci perché si fidi di noi e ci racconti la sua storia. La nostra anima è una sorella minore che, se si trascorre un pomeriggio insieme a lei, si sfoga e ci racconta di sé cose che avevamo ignorato fino ad allora.

Stig Dagerman

L'isola dei condannati

È la gioia del lottare, non quella del raggiungere l’obiettivo, che ci impedisce di soccombere. Chi non teme la vita nemmeno la amerà, chi non nutre la paura dentro di sé non vi reperirà nemmeno il coraggio, chi non teme la morte non potrà neanche morire con dignità, e chi non teme se stesso non potrà neppure amare un’altra persona. Sarò fedele alla mia direzione e a tutto ciò che in essa confluisce: la mia paura, la mia fame, la mia sete, la mia disperazione, il mio dolore, il mio desiderio, la mia paralisi, i miei impulsi sessuali, il mio odio, la mia morte. Sì, entro i limiti della mia direzione sarò così fedele alla mia morte che, senza un brivido ma con grata indifferenza per aver avuto la possibilità di vivere, potrò camminare sulla sabbia, penetrare lentamente in acqua e lì…

Jérôme Baschet

Addio al capitalismo

Autonomia, società del buen vivir e pluralità dei mondi

Il capitalismo o la vita! Nel momento in cui l’esistenza stessa della specie umana è messa in pericolo, la questione ecologica ci costringe a riconfigurare tutte le nostre analisi. Se non distruggiamo il capitalismo, sarà questo a distruggerci. No, non siamo più disposti ad adorare la Dea Merce. Né a consegnare il controllo delle nostre esistenze ai sacerdoti della Legge del denaro. Non siamo più disposti a contenere la nostra rabbia, né ad accettare l’inaccettabile in nome di un realismo divenuto criminale. Né a continuare a combinare assieme lucidità critica e rassegnazione pratica. Cresce una degna rabbia. Dice no al capitalismo e sì ad altri mondi possibili. Sa che la lotta contro il capitalismo è la lotta per l’umanità. Ora che è chiaramente stabilito l’alto costo della discontinuità naturalista che ha consegnato il pianeta agli appetiti della macchina economica e allo sfruttamento illimitato da parte dell’uomo, sembra indispensabile muoversi verso un’opzione che reintegri l’uomo nel cuore del mondo naturale.

Renzo Novatore

Scritti Nichilisti

o dell'Individualismo

Io sono quel che sono, non importa cosa. Noi lottiamo per la liberazione dell’individuo. Per la conquista della vita. Per il trionfo della nostra idea. Per la realizzazione dei nostri sogni. E se le nostre idee sono pericolose, è perché noi siamo coloro che amano vivere pericolosamente. E se i nostri sogni sono folli, è perché siamo folli.

Cateno Tempio

Il paese scomparso

Ma era poi vero quel mondo, era poi vero che esisteva o era esistito un paese che si chiamava Regalbuto e che loro vi avevano abitato e vissuto? Un giorno di luglio del 2024, il professore di filosofia Gaetano e lo studente di ingegneria Carmelo, esuli a Milano per lavoro e studio, tornano al loro paese natio in Sicilia per scoprire che è scomparso, svanito nel nulla, come se non fosse mai esistito, mentre tutto attorno il mondo è rimasto lo stesso di sempre.

Benjamin Tucker

Libertà individuale

Governo è invasione e lo Stato è l’incarnazione dell’invasione in un individuo o in una banda di individui, che assumono di agire in qualità di rappresentanti o di padroni di un intero popolo all’interno di una certa area geografica. Gli Anarchici si oppongono a qualsiasi governo, e specialmente allo Stato che è il peggior governatore e principale invasore. Dal punto di vista di Liberty vi sono due posizioni: la prima, quella dei Socialisti autoritari, che favorisce il governo e lo Stato; la seconda, quella degli Individualisti e degli Anarchici, contro il governo e contro lo Stato.

Félix Fénéon

Nuove in tre linee

In un momento in cui la Francia, uscita dalla guerra con la Prussia e dalla guerra civile della Comune, si avviava verso la Prima guerra mondiale tra spinte reazionarie, conflitti sociali profondissimi e una modernizzazione tanto confusionaria quanto problematica, l’esplosione della stampa commerciale a diffusione massiccia produce la prima costituzione dell’opinione pubblica in senso moderno. Fatti di cronaca al limite del delirante esposti in modo ironico, effervescente, ficcante in un linguaggio sperimentale elaborato ed ellittico. Un volume disturbante che non risparmia dallo spaesamento cinico di situazioni del tutto drammatiche ma completamente comiche.

Wolf Bukowski

La merce che ci mangia

Il cibo, il corpo e il capitalismo

La fretta, quella fretta che abbiamo di scappare dal supermercato, è il motivo stesso per cui il supermercato è nato: comprare il cibo in un unico processo spersonalizzato invece di andare di bottega in bottega, seguendo il bisogno. La fretta impone di entrarvi, la fretta fa desiderare di uscirne: eppure fare la spesa è il modo, certo molto alienato, con cui ci assicuriamo il nutrimento. Ma allora perché quel nostro tempo, che il capitalismo ci ha convinto essere tanto scarso da doverlo dedicare solo frettolosamente a procurarci il cibo, corriamo a restituirlo al capitalismo stesso, alle mille sue seduzioni, appena abbiamo oltrepassato la barriera delle casse?

Stefano Scrima

Ammazzare il vento

Quando l’attesa dell’autobus diventa un’esperienza metafisica, un supermercato un’arena apocalittica, vivere acquisisce finalmente un senso, anche se fosse la sua stessa insensatezza. Mios, il protagonista di questa raccolta di racconti, affronta l’esistenza come un labirinto in cui ogni svolta conduce a riflessioni impreviste sul tempo, la vita o il nulla. Ogni racconto è un frammento di un casuale disegno molto più piccolo, un universo dove il sublime si nasconde dietro l’apparente banalità dei giorni.

Raúl Carlos Maícas

La marea del tempo

Di nuovo al saccheggio. La rabbia di sentirci vittime di noi stessi, della nostra stupidità e indifferenza. Tutto un secolo così e, quel che è peggio, fino a quando. Non credo che meritiamo miglior sorte che morire affogati in questa routine domestica strapiena di innocenze e meschinità, di speranze e negligenze, di scandali silenziosi e applausi complici. Per questo l’esilio continuerà a essere, per alcuni, il nostro unico vivaio di sogni e speranze. Immolarsi nel prevedibile fallimento o fuggire davanti all’annunciata disfatta, questo è il problema. Il contrario, lo sfogo polemico, la rimostranza inselvatichita, ci conferma soltanto fino a che punto siamo prigionieri del nostro destino.

Georges Eekhoud

Racconti del patibolo

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA - I sei racconti proposti in questo volume vogliono avvicinare il pubblico italiano allo scrittore belga (pressoché inedito nel nostro paese) che ha messo la propria opera a servizio delle minoranze e di chi non ha voce: carcerati e proletari, anarchici e omosessuali, soldati degradati e ragazzini sfruttati sono i protagonisti dei suoi testi. Dopo gli esordi naturalisti e regionalisti, divenne ben presto un fervido ammiratore dell’artista europeo più decadente e cosmopolita dell’epoca, Oscar Wilde; a lui è dedicato il racconto Il tribunale davanti al fuoco, che chiude il presente volume. Racconti di violenta denuncia, di forte realismo che descrivono con penna delicata le sventure che si nascondono nell’oscurità indifferente delle città.

Fabrizio Beverina

Le ali dell'Ayahuasca

Visioni, illuminazioni, rinascite tra spirito e materia

L’ayahuasca mi ha incontrato lì su questa rotta centro-sud americana. Lì mi ha mostrato tutto, la forma dell’Universo e il continuo trasformarsi della vita. Infine mi ha fatto fare pace con la mia vita. Mi sono innamorato di me stesso e del mondo intero. Un viaggio unico e intenso nel cuore della giungla amazzonica, dove l’autore esplora le profondità della coscienza attraverso l’Ayahuasca (un decotto psichedelico a base di piante amazzoniche in grado di indurre un effetto visionario) e altre medicine ancestrali, offrendo uno sguardo intimo sul potere trasformativo di queste pratiche.

Ettore Labbate

Ned e il resto

Ned non aveva niente. Solo il suo corpo. Il suo corpo era la sua casa. E la sua casa era tutto quello che possedeva. - È la follia del mio cuore esaltato il fatto di non accontentarsi mai di ciò che è e desiderare sempre ciò che non è.

Massimo Filippi

Laika, forse

Illustrazioni di Andro Malis

Docu-romanzo che ricostruisce il breve passaggio su questo pianeta della cagnetta Laika. Il libro si snoda in quattro movimenti: la vita di una piccola randagia tra le strade di Mosca; le sofferenze estreme patite da Laika durante le sedute sperimentali per la preparazione al lancio; le poche, terribili ore seguite all’entrata in orbita dello Sputnik 2; il suo ritorno nella testa di chi non intende accettare lo smembramento istituzionalizzato dei corpi umani e animali. Un romanzo a più voci in cui le sofferenze e la messa a morte di Laika diventano il destino di sterminate moltitudini sacrificate sull’altare del progresso e del profitto.

Élisée Reclus

Storia di una montagna

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA - Ero triste, abbattuto, stanco della vita. Il destino era stato duro con me; mi aveva sottratto delle persone care, guastato i progetti, annientato le speranze. Uomini che consideravo miei amici si erano rivoltati contro; l’umanità intera mi sembrava orrenda. Volevo a tutti i costi fuggire, o per morire, o per ritrovare, nella solitudine, la forza e la calma del mio spirito. Senza troppo sapere dove mi conducessero i passi, scappai dalla città chiassosa, e mi diressi verso le grandi montagne di cui vedevo il profilo addentellato in fondo all’orizzonte.

Antonio Pellegrini

Miles Davis

In Italy

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA - Il 26 maggio 1926 nasceva ad Alton, Illinois, Miles Davis, personaggio chiave della musica del Novecento, jazz e non solo. Miles non fu un semplice trombettista ma un artista geniale che seppe essere lo specchio dei tempi e influenzarli, guidando il cambiamento nella musica, nella moda, negli atteggiamenti e nell’intendere la sua blackness come identità politica e sociale. Per capire Davis, artista scontroso e irascibile ma allo stesso tempo tenero e affettuoso nei confronti dei suoi musicisti e dei suoi cari, occorre mettere in luce una sua caratteristica chiave: la sua intrinseca libertà unita alla voglia di sperimentare e correre rischi.

Gianfranco Raspa, Enzo Coluccio

Il giardino delle parole sospese

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA - A voi uomini piace la parola, creare, come il suo contrario, distruggere. Anelate fatalmente a un principio quanto ne fuggite disperatamente la fine. Non sapete accettare la realtà delle cose. Le vostre azioni esulano dalle dinamiche corrette. Non agite in funzione dei bisogni com’è logico che sia, come fanno animali e piante in virtù delle leggi della sopravvivenza, ma seguite stupidamente le oscure dinamiche dei desideri che infrangono i principi naturali! A differenza degli animali, che vivono e accettano il proprio destino, voi umani avete il fatale problema di crearvi una vostra illusoria immortalità per placare l’urlo che sale dagli abissi del nulla. Solo da questo nasce il vostro senso di Dio!

Paul Lafargue

Il Matriarcato

Studio sulle origini della famiglia

PROSSIMAMENTE IN LIBRERIA - Prima di giungere alla forma familiare attuale, l’umanità ha attraversato una forma di famiglia a rovescio: la madre determinava la discendenza; il padre, personaggio secondario, non trasmetteva ai figli né il nome né i beni né il rango. La famiglia era il prolungamento da donna a donna del cordone ombelicale, segno materiale della maternità. Se Il diritto alla pigrizia è l’opera più nota di Lafargue, questo suo scritto poco noto Il matriarcato. Studio sulle origini della famiglia pubblicato nel 1886 è da riscoprire per la sua aspra critica al patriarcato, la riflessione sulle donne, la loro storia, le loro lotte e il loro ruolo sociale, nel momento in cui la questione di genere e i movimenti per l’emancipazione delle donne segnano l’intero movimento sociale con una nuova e preziosa coscienza acratica.

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